E poi ci sono quelle strane sensazioni.

Quei presentimenti che ti giravano nella testa e che improvvisamente cominciano a prendere forma e sostanza. Come un puzzle da 2mila pezzi che piano piano rivela quello che il coperchio della scatola prometteva.

Sì. Ahimè, i presentimenti vanno ascoltati, anche quando non fanno sperare nulla di buono.

Perché se il nostro IO interiore tenta di avvertirci, noi non possiamo far finta di non vedere e di non sentire. Perché poi ci sta quel “io te lo avevo detto, adesso arrangiati”.
E arrangiarsi, a volte, significa tentare di porre rimedio all’irreparabile, arrivare tropo tardi, ad elettroencefalogramma piatto.

E quindi ascoltiamola quella vocina, quel sussurro quasi impercettibile che è più un malessere, un peso sullo stomaco che crea una voragine di ansia pur di attirare la nostra attenzione.
Ci salva.
Quella vocina può davvero salvarci.

Metterci sul “chi va là”. Armare gli armamenti.

Che poi, tanto, a disarmare si fa sempre in tempo.

Baciiiiiiii

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